mercoledì 20 giugno 2012

ventimaggio + 1

C'è sempre un prima e un dopo.
Anzi, ci sono tanti prima e tanti dopo, nella vita di tutte le persone.

Inevitabilmente, accadono cose, che si fissano come dei paletti sul nostro percorso.
Ad esempio, finire le superiori, o (ancora peggio) laurearsi: è la fine di un'era, non ci piove.
Oppure andarsene dalla casa dei propri genitori: poi non si torna indietro. E se anche si dovesse tornare a casa, niente sarebbe più come prima, dopo aver provato il frutto ambito dell'indipendenza.
Diventare mamma: non mi soffermo troppo su questo esempio, perchè ci sarebbero un'infinità di cose da dire. In breve, vi assicuro, niente può più essere come prima del fatidico - e agognato - attimo in cui non sei più un essere sudato e disperato che spinge con le poche forze rimaste, ma, finalmente, una mamma.
(piccola parentesi personale: ne vale la pena, giuro. Se però vi propongono l'epidurale, pensateci!)

Il 20 maggio è un paletto collettivo, che riguarda tutte le persone che abituano qui.
C'è la vita prima del 20 maggio, e quella dopo.
A dirla tutta, ci sarebbe anche un'altra data fatidica (forse di più), ed è il 29, ma oggi il terremoto festeggia un mese esatto di presenza nelle nostre vite, quindi concentriamoci sull'inizio.......

Prima del 20 maggio non avevo paura del terremoto. Perchè pensavo che qui non potesse manifestarsi con la sua minacciosa potenza.
Il 19 maggio, a Mirandola c'era la fiera.  Mi sembra un secolo fa.

Quei venti secondi alle 4 del mattino hanno interrotto la fiera, hanno minato tante certezze e hanno messo un punto-a-capo nelle nostre vite.

E' un mese che non dormo in casa mia, e ricordare la mia vita "di prima" mi da una nostalgia pungente, che parte dal fondo della gola. La deglutisco, perchè non voglio che salga agli occhi, perchè abbiamo (ho) pianto abbastanza, perchè una mamma deve anche essere forte, o almeno provarci un po'.

Teniamo botta!



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