lunedì 4 giugno 2012

Mirandola

Sono nata a Mirandola, una trentina di anni fa. Tutti parlano di Mirandola, adesso, ma prima era un luogo sconosciuti ai più. Adesso tutti la vedono, devastata, adesso che non c'è più niente da vedere.
Non che fosse perfetta, prima.
Anzi.
Innanzitutto, non aveva un cinema multisala, e questa era la grave pecca di cui noi cittadini dibattevamo, soprattutto il weekend. Ne parlavano un sacco anche l'amministrazione comunale e ovviamente l'opposizione, e c'era anche una discreta polemica, fatta di frecciatine assortite pubblicate sul giornalino del comune.
Poi, in centro c'era poco assortimento di negozi di abbigliamento. Grande cruccio della popolazione femminile, al quale ovviamente mi associo.
Ma non solo: il mercato immobiliare era carissimo. Appartamenti che costavano come a Modena, pur trovandosi localizzati nella più modesta Mirandola.
Eppure, la gente li comprava.
Ne ho comprato uno pure io.

Perchè Mirandola era a misura d'uomo. Era ricca di posti di lavoro, era dinamica, aveva lunghi viali in cui andare in bicicletta. Aveva tre belle chiese, un castello ristrutturato di fresco, dei bar trendissimi dove prendere l'aperitivo.
Mirandola credeva in se stessa, e per il 2012 aveva organizzato fastose celebrazioni per il cinquantennale della nascita del distretto biomedicale.  Era quasi più famosa all'estero che in Italia, per questo settore produttivo. Ci lavoravo anch'io.
Per la precisione, ancora ci lavoro, anche se ora come ora sono in cassa integrazione... E spero che ci lavorerò anche in futuro.

Mirandola era un posto dove la vita non era poi così difficile, dove la crisi non aveva colpito. A Mirandola sono nata, a Mirandola ho trovato un lavoro prima ancora di finire l'Università.
A Mirandola mi sono sposata in una sontuosa chiesa barocca, e lì ho comprato un bell'appartamento nuovo, a due piani, che un po' è mio, un po' è della banca, e adesso un po' è nelle mani di Dio, visto che il terremoto l'ha reso inagibile.
A Mirandola abbiamo deciso di avere un figlio, che adesso ha 15 mesi, e che ancora non ha capito cosa significhi essere terremotati.

2 commenti:

  1. Cara Terremomamma,non so chi sei nè come ti chiami ma leggerti mi ha fatto commuovere. Sono nata a Mirandola ben 33 anni prima di te,in quella che si chiamava Piazza Pistrino ora Marelli al n.6. In realtà con i miei abitavamo a Mantova ma mia nonna stava lì e lì era cresciuta mia madre. Quindi si andava avanti e indietro tutte le settimane,le sere d'estate le passavo a giocare sui gradini della Cassa di Risparmio. Poi mio padre,palemitano,decise di tornare a Palemo e quindi ci siamo trasferiti a Palermo ma ho continuato a venire a Mirandola almeno due volte l'anno,c'erano i parenti della mamma ora è rimasto suo fratello con la famiglia e alcuni cugini. Da quando mi sono sposata sono venuta un pò meno ma anche mio marito ha imparato ad amare il mio paese e gli piace moltissimo vanirci. Adesso per il suo lavoro siamo a Miami da un anno e mezzo ma abbiamo seguito con apprensione tutte le notizie e io ho tanto pianto. Mi è piaciuto quello che hai scritto perchè penso le stesse cose. Sentire nominare Mirandola nei notiziari e vedere le immagini della distruzione ma fa venire la pelle d'oca e mi fa stare male....avrei preferito che fosse rimasto on posto sconosciuto ai più,quello in cui avrei voluto vivere quando avevo 18 anni e mi sembrava il paradiso!!!! Spero tanto che questa brutta storia finisca presto. Ciao. Dimenticavo....mi chiamo Giovanna Schimmenti e siamo amiche si FB,mia madre si Chiama Panzani

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    1. Grazie Giovanna, le tue parole sono bellissime. Adesso è forte la commozione nel vedere le vie che, un po' alla volta, vengono riaperte nella zona rossa. La piazza tutta transennata, il San Francesco "aperto", il municipio puntellato... Grazie del tuo pensiero, ti mando un abbraccio oltre-oceano e anche io spero con tutto il cuore che Mirandola possa tornare quella di prima. Non solo "esteticamente" ma a 360 gradi..

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