sabato 29 settembre 2012

The Magician

L'avevo già detto, che il Tortello un po' è magico.
Col tempo però il livello di magicità (o più banalmente magia) è aumentato fino a raggiungere livelli degni del grande Houdini.

Il Tortello conosce da tempo il dono dell'invisibilità, grazie al quale riusciva a scomparire coprendosi gli occhi già a 10 mesi o giù di lì.
Va da sè che con un esordio così entusiasta nel mondo dell'illusionismo, l'eccellenza era dietro l'angolo.

Oggi, il Tortello si nasconde (ops, volevo dire scompare):
- dietro le porte
- sotto il divano  (solo con la testa, è lì il trucco)
- mimetizzandosi a faccia in giù sul pavimento
- spiaccicato contro gli angoli delle stanze

All'improvviso, mentre la Terremomamma fa le cose più disparate, il Tortello mette in atto il suo numero di magia.
Lo annuncia intimandosi da solo di fare silenzio con un perentorio "sssccchhhh", ed ecco che il Tortello non c'è più.

Solo, misteriosamente, mentre la Terremomamma lo cerca, ogni tanto si sente una tortellosa risatina soffocata.
Magari in qualche mese perfezioniamo del tutto il numero, e poi siamo pronti per Hogwarts.

sabato 22 settembre 2012

Racconti (veramente) dell'orrore

Pasticceria Busuoli (va beh, un po' di pubblicità ci sta, hanno appena riaperto post-terremoto), ore 18.30, aperitivo al femminile.
Ci sono la Terremomamma e tre amiche, tutte sposate.
Su quattro, due sono madri, e due no.
"Beh, ragazze, quand'è che fate il secondo?"
"Il secondo cosa? Figlio?"
"Io non ci penso neanche. Mi ci vuole tempo, ho ancora vivo nella mente il ricordo del parto"
"Ma dai, dici? E' stato così terribile?"
Occhiata eloquente tra la Terremomamma e l'altra amica che già è madre.
"Sì, terribile. Mostruoso"
"No, dai, non dirmi così. Anche tu Terremomamma?"
"Ehm, sì. Fa male..."
"Ma come, la nostra amica Bi ha detto che il suo è stato pressochè indolore."
"Sì ma lei ha fatto il cesareo"
"E fa differenza?"
"Una differenza grande come un'astenesia"
"Io in sala parto urlavo come un inedemoniato"
"Io non ho proferito parola, ero chiusa nel mio enorme dolore"
"Enorme?"
"Sì, certo, enorme."
"Ma che tipo di dolore è? A cosa assomiglia?"
"Ma siete sicure di volere tutti questi dettagli?  Cioè, sono cose che una non-ancora-madre non dovrebbe sapere con troppa minuzia di particolari..."
"Sì, dai, dammi una descrizione"
"Beh, non so, è come..."
"E' inimmaginabile. Devastante. Sconfinato"
"Ecco, sì, proprio così."
"Come se qualcuno ti prendesse a martellate"
"A martellate?"
"Sì."
"E poi, il dopo, i punti..."
"Ah, sì, i punti. Io mi sono SQUARCIATA"
"Ah, certo, i punti sono una brutta storia"
"Ma li danno con l'anestesia?"
"No, senza."
"Come senza??"
"Senza. Ma non fa mica male... Dopo che il bimbo è nato, cosa vuoi che siano due punti"

Silenzio sconvolto.

"Ragazze, mi fate paura. Io non so se lo voglio un figlio, a questo punto"
"Ma no, dai, non dire così. Non fa poi tanto male... Cioè.. Diciamo che ne vale la pena..."
"Davvero! Io un altro lo farei, lo vorrei fare. Non adesso, ma lo vorrei fare"
"Dai, sul serio, non vi preoccupate. Quando sarà il momento, ce la farete. Avete una super forza dentro di voi..."
"Sì è così... E se poi trovate un posto dove fanno l'epidurale, meglio ancora."

Silenzio attonito.

Sono sempre stata contraria ai racconti dell'orrore tra donne relativamente a parti & co.
Tuttavia, ora che sono madre, devo ammettere che è una tentazione irresistibile.

giovedì 20 settembre 2012

L'attesa (non) rende tutto più dolce

Il terremoto ti mette alla prova, ti tende come una corda, porta in superficie il meglio e il peggio di te.
Ti fa scoprire una forza d'animo che ignoravi, e anche un'inaspettata fragilità. Insieme alla terra, scuote il tuo mondo. Mette in pericolo le persone che ami, le cose a cui tieni, distrugge i luoghi del tuo cuore e della tua memoria.

Poi passa.  Non del tutto, ma la situazione migliora. Un po'.

Passa il terrore irrazionale, l'incompatibilità con i luoghi chiusi, la paura di perdere tutto.
Torna un po' di fiducia, che pian piano si fa spazio, porta luce nel buio calato a maggio.

E viene una gran voglia di sistemare tutto, di ricomporre i pezzi di vita frantumati dal terremoto.
Di riparare le case. Di portare a scuola i bambini. Di abbandonare i container e rientrare in ufficio.

L'attesa alle volte toglie il respiro.
Quattro mesi non sono tanto, o forse sì.  In certi momenti, sembrano quattro anni., e la vita prima del 20 maggio è un ricordo lontano.
Eppure, in certi momenti invece i quattro mesi sembrano quattro giorni. Come se l'estate dovesse ancora arrivare, come se non avessimo vissuto l'afa di luglio, le vacanze d'agosto, i colori autunnali di settembre.

Signor Errani, per favore, pubblichiamo l'ordinanza per le inagibilità di tipo E.

Ci serve per reagire, per rialzarci, per avere un obiettivo.
Per favore.
Mi sembra di avere 17 anni e aspettare un fidanzato in ritardo, che forse non arriverà.
Sono pronta, è ora che il fidanzato arrivi. Guardo alla finestra (nello specifico, controllo sul sito della Regione Emilia Romagna), sempre più spesso, sbuffo, mi rassegno e non ci guardo per un po', ma sempre pensandoci.
Nella speranza che, se solo mi giro un po' dall'altra parte, poi per magia lui (l'ordinanza) si materializzerà davanti ai miei occhi.
Solo che non succede mai.

Per favore, signor Errani, non mi deluda come il fidanzatino dei 17 anni.
Ci conto.

sabato 15 settembre 2012

Guardami negli occhi

A 18 mesi, ormai quasi tutto ha un nome.
Questo non significa che un Tortello sappia chiamare ogni cosa col giusto appellativo (anzi, con UN appellativo in generale). 
Il lessico attivo di un Tortello (del mio Tortello, per lo meno) è assolutamente limitato,  ma in compenso sono tantissime le parole che è in grado di comprendere.

Così, il Tortello esplora il proprio corpo e sa:
- dove sono i capelli (e sa pure che non bisogna tirare quelli degli altri, anche se a volte la tentazione è fortissima, e ahimè, la carne è debole);
- dove è il pancino, nel quale si dice sparisca misteriosamente la pappa;
- dove sono le gambe e i piedi;
- dove sono le manine;
- dove sono i dentini (e se il Tortello li vuole far vedere, sa fare un ringhio che neanche la Tigre della Malesia).

In compenso, facciamo un po' confusione tra le orecchie, gli occhi e il naso. Il Tortello quelli mica se li vede, quindi è difficile.
Sembra che abbiamo ottenuto qualche risultato con le orecchie, ma l'obiettivo non è stato raggiunto al 100%.

L'altra sera, il Tortello decide che è suo diritto (e anche un po' suo dovere, vista l'abnegazione con cui si dedica a questa missione)  tenere i piedi sulla tovaglia durante la cena.
Dopo una dozzina di intimazioni a toglierli, il Terremopapà sente il richiamo della Fermezza.
Quella con la F maiuscola, per l'appunto.

- Tortello, togli - i - piedi - dal - tavolo.
- Gh!
- Tortello! Via - i - piedi.
- ...    (e intanto il Tortello sorride beffardo, mannagg...)
- Tortello.  Adesso guardami negli occhi...

E il Tortello, immediatamente assorbito nell'esecuzione del nuovo ordine, trova un orecchio tra i ricci, e lo indica con grande soddisfazione a un disarmato Terremopapà.

La Fermezza a questo punto si versa un bicchiere di birra ghiacciata per tirarsi un po' su di morale, perchè ormai persino il Terremopapà si è scordato di lei...

mercoledì 12 settembre 2012

Ambiguità

La Terremofamily è temporaneamente fuori casa, causa inagibilità della stessa, e si è trasferita nell'Appartamento Vintage.
Così, sempre temporaneamente, sono cambiati i vicini.

Quelli nuovi (ad interim) non hanno visto nascere il Tortello, si sono persino persi l'enorme pancia che lo conteneva (e quando dico enorme, intendo davvero enorme. La Terremomamma ama fare le cose in grande).
Fuori dall'Appartamento Vintage non è stato appeso nessun fiocco azzurro per lui, non ci sono mai state carrozzine parcheggiate con copertine celesti e cerulei pupazzetti.

Una sera di luglio, il Terremopapà sale e dice alla Terremomamma:
"I vicini Pi pensano che il Tortello sia una femmina"
"Ma dai, impossibile. Come ti salta in mente?"
"Hanno detto che facciamo bene ad andare al mare, che farà tanto bene alla bimba"
"E tu cosa hai risposto?"
"Niente, ho detto << Eh, sì, speriamo >>"
"Perchè non hai detto che è un maschio?"
"Ma boh, non lo so, non mi andava di contraddirli"

Qualche sera dopo:
"I vicini Pi stamattina hanno detto al Tortello che è bellissima con quei ricciolini"
"No! Stavolta hai specificato che è un lui?"
"Macchè. Ero di fretta, non potevo."

E ancora:
"I vicini Pi hanno detto che si vede proprio che il Tortello è una brava bambina"
"A parte il fatto che non è bravo per niente, ti prego dimmi che stavolta hai confessato la verità"
"Ormai sono così convinti, come si fa?"

Già. Come si fa?
Vi assicuro che il Tortello veste abiti estremamente virili.
Porta i capelli corti. Ricci, ma corti. Ci sono anche i maschi ricci, mica solo le femmine.  La ricciolaggine non è  un gene che viaggia con la doppia X, si accoppia volentieri anche alle Y.
Non gli metto mollettine nei capelli, non ha svolazzanti vestitini a fiori.
Indossa sandali sportivi blu, senza neanche una misera perlina a decorarli.

Se fosse una bambina e io lo conciassi così, con braghette di jeans e magliette verdi - gialle - blu - azzurre - rosse - grigie, senza mai un tocco di fucsia, un po' di rosa, un bordino di pizzo, un fiocchetto, qualche ruches, un paio di paillettes...
Ecco, se il Tortello fosse una bambina, io sarei una madre veramente, veramente snaturata.

giovedì 6 settembre 2012

Nido d'Amore

Caro Nido,

Da quando ho saputo la data in cui avresti ri-aperto, non ho fatto che pensarti.
Mi sei tanto mancato.
Mi sono mancate le Tate, che letteralmente adoro.
Mi sono mancati quei biciclini che ci sono in salone su cui già qualcuno sfreccia alle 8.15, e mi è mancato anche il baccano infernale del pomeriggio.

Mi sono mancati i moccoli, gli starnuti, i furti di ciuccio.
Il blocco con gli appunti della giornata, su cui leggere quante volte il Tortello ha fatto la cacca, quanti minuti ha dormito, cosa ha mangiato e con che livello di appetito.
Le maracas, da suonarsi rigorosamente sulla testa del vicino.
I resoconti delle Tate.
Le chiacchiere con le altre mamme, sui primi passi, lo svezzamento, i chili presi in gravidanza, i risvegli notturni, i dentini, i vaccini, la cacca acida, e su quell'orribile virus gastro-intestinale che abbiamo preso anche noi genitori perdendo almeno un chilo a testa (le mamme quasi ringraziano per l'occasione di recupero post-gravidanza).
 
Mi raccomando, ricomincia a prenderti cura del mio Tortello.
Comportati bene.
Vedrai che anche il Tortello sarà un bravo alunno.
Forse bravo bravo no, diciamo bravino.

Ci vediamo lunedì.

La Terremomamma

domenica 2 settembre 2012

Tutto a posto

Ufficio della Terremomamma, squilla il telefono.
- Pronto?
- Sono l'ing. Pallino del Laboratorio HJK, la Terremomamma c'è?
- Ciao Pinco, sono io, come va?
- Bene, grazie, è da tanto che non ci sentiamo.

L'Ing. Pallino è lombardo, e lavora a nord di Milano. 
Lui e la Terremomamma collaborano saltuariamente, da circa cinque anni.
E' la prima volta che si parlano dopo il terremoto, anche se, a dire il vero, il 29 maggio lui le aveva inviato una e-mail pomeridiana di "vicinanza".

Segue breve conversazione tecnico-lavorativa, per altro molto noiosa, quindi sorvoliamo.

- E adesso come va lì a Mirandola? Tutto a posto, no?
- Ma sì, grazie, più o meno è tutto a posto.
- Ah, benissimo, quindi voi a lavorare non avete avuto nessun danno, no?
- Beh, ehm, qualcuno sì, ma ci siamo già organizzati, il peggio è passato.
- Ah, ottimo, sono veramente contento per voi. Ti sento bene!
- Dai, grazie, Pinco. Sto bene, sì, tutto a posto insomma...
- Quindi a casa tua nessun danno, immagino. Bene, meglio così...
- Beh, sì, cioè, adesso casa mia è inagibile, ma ho abitato per un po' in un Bungalow nel giardino dei miei, e adesso siamo in un appartamento vintage, quindi non mi posso lamentare, davvero.
- Ah, cavoli, mi dispiace per casa tua. Ti sentivo così pimpante, che non immaginavo che...
- No, davvero, va tutto bene, si tratta solo di avere un po' di pazienza, ma la situazione è risolvibile, quindi, insomma, no, non ti dispiacere...

Alla fine della telefonata, il buon vecchio Ing. Pallino è un po' in imbarazzo.
Si percepisce chiaramente il disagio di chi sta pensando: "ma porc... che figura di mer... Ho detto a una terremotata che la sentivo allegra e che quindi secondo me tutto le andava benissimo, per poi realizzare che, appunto, è terremotata. Mannagg..."
Alla fine della telefonata, anche la Terremomamma è un po' in imbarazzo.
Il disagio dell'Ing. Pallino la fa sentire in colpa, per la disillusione che ha generato.
Non si era propriamente lamentata, ma forse sarebbe stato meglio sorvolare...
Però, dopo tutto, che senso avrebbe avuto mentire? Eppure....
Eppure, alla fine della telefonata la Terremomamma si sente una piccola lagna ingrata, e non capisce se è una sua psicosi personale, il frutto di una stoica mentalità condivisa, o semplicemente la conseguenza di una giornata storta.