mercoledì 29 maggio 2013

29 Maggio 2012

Oggi mio marito è andato a rinnovarmi l'assicurazione auto, in pausa pranzo.
Un anno fa ci era andato alle 8.30, avevano appena aperto. Si era preso un giorno di ferie perchè avevamo alcune commissioni da sbrigare.
Poi si era fermato in piazza a fare bancomat, erano le 9.
Tessera dentro, tessera fuori, banconote, portafogli richiuso.
Fatto.

E poi il boato.

Oggi sono andata al lavoro, e ci ero andata anche un anno fa. 
Un anno fa avevo una gonna di jeans, senza calze, perchè un anno fa faceva più caldo,  e una maglietta blu. Portavo un paio di zeppe peep-toe, blu pure loro.
Quell'abbinamento non l'ho più ri-azzardato, non mi piace più.
Avevo timbrato alle 8.30 ed ero seduta alla mia scrivania.
Scherzavo con le colleghe per una mail arrivata da un volenteroso cliente filippino che, sapendo del terremoto del 20 maggio, aveva ben pensato di inviarci dei preziosi consigli da seguire in caso di terremoto.
Oltre a toccare ferro, ridevamo del consiglio in sè e per sè: non scappare e non rifugiarsi sotto al tavolo, ma VICINO al tavolo, alla ricerca di quello spazio salvifico denominato "life triangle".
"Ma figurati se uno, preso dal panico, riesce a individuare il triangolo della vita. Questo qui un terremoto non l'ha mai provato..."
Avevamo chiuso la mail e dato un'occhiatina al sito dell'INGV.

E poi, il boato.

Oggi il Tortello è andato al nido.
Un anno fa no, perchè il nido era chiuso per verifica dell'agibilità. 
Un anno fa era a casa con i miei, e nello specifico era in giardino, sul passeggino, e mia nonna lo spingeva tra le siepi.

E poi, all'improvviso, il boato.

E la terra che trema.
E la paura.

Mio marito si è messo al centro della via, come tutta l'altra gente che era in centro quel giorno.  Ha visto i commercianti correre fuori e piangere, ha visto la colonna di quel fumo denso di detriti sollevarsi dal Duomo, e si è diretto di corsa in quella direzione per recuperare l'auto e volare dal Tortello.

Io sono corsa fuori, lungo il corridoio, puntellandomi contro le pareti per non cadere, non è caduta nessuna delle mie colleghe. Quando abbiamo raggiunto l'uscita d'emergenza, la scossa era terminata.
E mentre correvo, pensavo "il Tortello è in giardino, il Tortello è sicuramente in giardino"

Il Tortello e la sua bisnonna sono caduti sulla siepe, e hanno pianto tanto tutti e due, ma nessuno dei due si è fatto male.

Tutti, qui a Mirandola, erano da qualche parte, quel giorno.
Tutti abbiamo un racconto di quel giorno.
E ancora, dopo un anno, ce li scambiamo come una storia di guerra, come una testimonianza preziosa, come un credo segreto che nessun altro può capire.

domenica 26 maggio 2013

la Pimpa e la Prova Costume

La Pimpa a me non piace.
Non è mi ha mai entusiasmato quand'ero bambina, e le sporadiche occasioni di contatto pimpesco in età adulta mi hanno sempre lasciata più infastidita che indifferente.

Tutto questo, ovviamente, prima del Tortello.

E' verità universalmente riconosciuta che la Pimpa sia l'idolo dei duenni, e il teorema non viene smentito dal Tortello, al quale sono concessi dai 10 ai 30 minuti di Pimpa al giorno, su Youtube.
(su Youtube ci vanno i Terremogenitori, il Tortello è hi-Tech ma non così tanto)

La trama-tipo di un episodio della Pimpa è come segue:
  • la Pimpa si sveglia
  • fa colazione
  • si lava denti e similari
  • esce correndo
  • sveglia la viole
  • gioca a pallone con il leone
(no, scusate, questa è la sigla)
  • torna a casa 
  • va a letto

Probabilmente piace a Tortello e coetanei perchè gli episodi sono di facile e immediata comprensione, ripropongono la routine di un duenne, sono ipercolorati e ambientati in un mondo dove coi pois della Pimpa ci puoi anche giocare a dama.

A me, fanno venire la pellagra.

Detto questo, se tocca a me il turno "Pimpa su Youtube" col Tortello, seleziono accuratamente gli episodi più brevi per limitare al massimo il supplizio cartoon.
Ve ne riassumo uno particolarmente significativo:
La Pimpa si sveglia e fa colazione a letto.
Mangia: 1 torta, 10 pancake, un vasetto di marmellata, il tutto annaffiato da una brocca di latte.
All'istante, le cresce una panza che neanche una donna incinta di 9 mesi.
Il letto la fa alzare perchè oppresso dal troppo peso.
La Pimpa si accomoda sulla poltrona, ma anche da lì viene scacciata subitamente.
Per capire meglio la situazione, la Pimpa si reca dalla bilancia; quest'ultima, attonita dal sovrappeso della Pimpa, la costringe a saltare la funicella per circa 20 secondi.
La panza della Pimpa è scomparsa, i suoi amici la acclamano al grido di "sei snellissima!" e per festeggiare vanno a prepararsi una pizza facendo la catena di montaggio.

20 - secondi - di - funicella.
20 - secondi.

In aggiunta alla pellagra indotta in automatico dalla Pimpa, scatta il complesso della prova costume e la relativa ansia frustrazione rassegnazione (quando in TV iniziano a impazzare le pubblicità di barrette miracolose, cereali salutari e finte madri in bikini rosso).

Vorrà dire che, anche se la Pimpa è snellissima (e nuda!!!),  metterò da parte la gelosia, e col Tortello se la guarda il Terremopapà.

mercoledì 22 maggio 2013

3D Mapping, avventure serali, coprifuoco e raffreddori

20 maggio 2013, ore 20.00, appartamento vintage.

"Stasera fanno un 3D Mapping sul Municipio"
"Un che?"
"Uno spettacolo di luci"
"Bello, andiamoci! A che ora è?"
"Alle 10"
"Ah no allora non possiamo. Per il Tortello poi è troppo tardi"
"Va beh, dai, usciamo in passeggino e al massimo si addormenta"
"No, Terremopapà, no. C'è umido, c'è freddo, mi si ammala la creatura"
"Ma dai, non essere paranoica. Lo copriamo per bene"
"No, senti, fidati. Questa cosa non s'ha da fare. Facciamo un giro in fiera, ma allo spettacolo non ci fermiamo"

Ore 20.30, si esce per il famoso giro in fiera.
Luce diurna, clima clemente.
Ore 21.00, siamo sempre lì, in piazza.
21.30, il Tortello si è addormentato.
La Terremomamma sancisce che è giunto il momento di rientrare alla base.

"Ma dai, manca solo mezz'ora"
"No, non manca solo mezz'ora, perchè poi lo spettacolo durerà almeno una ventina di minuti, no? Significa restare all'aperto un'altra ora, è troppo. Vien freddo, si ammala"

Virata verso casa, col Terremopapà che palesemente medita fregature.

Incontriamo 2 amici.
"Ma ciao, tutto bene?"
"Sì, grazie! Che carino il Tortello che dorme"
I minuti passano, il Terremopapà asseconda biecamente lo spirito comunicativo della Terremomamma (non sono chiacchierona. Sono C - O - M - U - N - I - C - A - T - I - V - A.  E' un pregio bellissimo, sappiatelo).
"Ma che ore sono?"
"Le 9.50"
"Uh mamma mia! Scusate, per noi ormai è tardissimo, ci vediamo in giro, cia.."
La Terremomamma non fa in tempo a salutare che si trova davanti un'altra amica, incinta.
"Ma ciaooo! Ti vedo benissimo! Come va la pancia?"
"Bene, grazie, sai, ormai sono di 7 mesi"
"Ma che bello! E il termine quand'è che ce l'hai?"
E i minuti passano.
Il Terremopapà ghigna.
"Uh mamma mia ma che ore sono?"
"Le 10.10"
"No, Terremopapà, ma è troppo, troppo tardi."
"Beh, a questo punto restiamo"
"Ma no, no!! Non è neanche iniziato, qui chissà a che ora cominica, il Tortello si ammala, si ammala, me lo sento"

Nuovo avvistamento.  Amica cara, carissima della Terremo, in bici col marito.
L'impulso alla conversazione è irrefrenabile.
Sono le 10.30. Annunciano che tra poco spegneranno le luci, e lo spettacolo avrà inizio.
La Terremomamma sibila rancorosa al baro consorte: "Se si ammala il Tortello, ci stai tu a casa da lavorare..."

E il 3D Mapping ha inizio, con un boato fragoroso.
Due manine paffute sollevano la capote del passeggino, precedentemente abbassata dalla Terremo nel tentativo di creare un microclima di tortelloso tepore.
Il Tortello si è svegliato e prende parte alla visione dello spettacolo.
Se lo guarda tutto coi suoi occhi tondi, e alla fine fa pure l'applauso insieme agli altri.




La Terremomamma osserva le luci, pensa alla sua bella Mirandola, pensa alle cose belle e alle cose tristi, all'umidità, alla probabilità di un raffreddore per il Tortello, alla sua vendetta sul Terremopapà, alle luci, al can-can, ancora al raffreddore, ancora a Mirandola.

Alle 11.10 il Tortello è a letto, il Terremopapà dice che hanno fatto proprio bene ad aspettare il 3D Mapping, e la Terremomamma si sente giusto un po' madre degenere, ma solo un po'.


lunedì 20 maggio 2013

20 maggio 2012

20 maggio 2012 è una ragazza tradita che crede al "non accadrà mai più" del fidanzato.
E' sconvolta, non se l'aspettava.
Quasi non ci crede.
Ripensa a tutta la sua storia con quel ragazzo, e non le sembra vero.
Le promesse infrante, la disillusione. Il raggiro.
Ha il cuore spezzato, ha paura di soffrire.

Ma lo perdona.
E' giovane, questa ragazza. Ha al massimo vent'anni.
Forse fa ancora il liceo.
Lo perdona, perchè crede nella fedeltà, crede nelle persone, crede nel ragazzo che ama.
Gli tiene il muso giusto un giorno o due, ma poi torna tra le sue braccia.
Lo consola quasi.
"Non ti preoccupare, io lo so che non lo farai più"
Quasi si scusa.
"Non volevo dubitare di te, amore, amore. Sarà come prima, meglio di prima".

Qualche amica la diffida, ma a lei non importa.
Difende il fidanzato traditore, si tuffa con entusiasmo nella loro storia.
Lo dice a tutti, che nessuno possa dubitare della loro unione.

Il cuore è presto guarito, il sorriso è già sulle labbra, la testa è piena di sogni, di speranze, di futuro.

20 maggio 2012 non se l'aspettava, è una brava ragazza.
La vita è sempre stata abbastanza generosa con lei, e lei ricambia dando sempre una seconda possibilità alle persone. Anche al fidanzato traditore.

20 maggio 2012 è tragicamente impreparata a quello che le accadrà tra nove giorni.

domenica 19 maggio 2013

19 maggio 2012

Il 19 maggio 2012 è l'ultimo giorno della prima parte della mia vita.

Balla.

Mi suonava molto melodrammatico (e la Terremomamma è un tipo teatrale, ahimè), quindi non ho resistito alla tentazione di scriverlo.
Però, ovviamente, non è vero.
Confesso di aver creduto che lo fosse, in alcuni frangenti dello scorso anno.
Sicuramente è stato l'ultimo giorno in cui mi sono alzata con calma in casa mia e ho fatto colazione con Tortello e Terremopapà.
L'ultimo in cui ho fatto la spesa e stipato di roba il mio bel frigo gigante e ultramoderno.

Poi c'è stato il ventimaggio, c'è stato l'orribile ventinove.
Ci sono stati l'inagibilità, la vita in container, l'appartamento vintage.

Certo, il 19 maggio 2012 è stato l'ultimo giorno di quella parte dell'esistenza in cui non sobbalzavo a ogni rumore sordo.
In cui non avevo paura dei tuoni.
In cui potevo svegliarmi all'una di notte col letto che ballava, e decidere di continuare a dormire beatamente.

Quella invidiabile condizione, comune a tutti quelli che NON hanno esperito un terremoto (fortunatamente, la maggior parte della popolazione) è decisamente persa (per sempre?).

Ma di sicuro non è stata quella la pietra miliare del cambiamento, per fortuna.
Vivere in un'altra casa non è una drammatica svolta.
La tachicardia da temporale è tutto sommato sopportabile.
Alcune cose sono cambiate, ma la maggior parte (tutte quelle importanti) sono rimaste le stesse.

Quindi vi confermo che la prima frase è una grande, grandissima balla.

PS: La tentazione di scrivere sul terremoto in questi giorni è irresistibile. Abbiate pietà di me. Non leggetemi...  :-)



venerdì 17 maggio 2013

se un venerdì 17 in maggio un'impiegata

Vorrei premettere che il titolo del post ha tanto di citazione colta (ricchi premi e cotillons per chi indovina).

Poi, vi vorrei anche ricordare che, come ho scritto ieri, la Terremomamma mica deve per forza scrivere di cose terremotose.

Terminate le premesse... se vi dovesse mai capitare di svegliarvi in un fradicio venerdì mattina targato 17 sul calendario, in maggio come in qualsiasi altro mese, valutate la possibilità che tutto ciò sia un messaggio della sorte, e tornatevene a letto.
Anche se non ci credete.
Anche se siete seguaci dell'Illuminismo più razionalista e nemico di ogni oppio dei popoli.
Valutate la possibilità di starvene al calduccio, all'asciutto, di darvi malati.

Se oggi l'avessi fatto, mi sarei risparmiata una pessima giornata lavorativa, che mi ha lasciata di pessimo umore anche nel post-ufficio, e che mi spinge a rimuginare pessime considerazioni su:
- gli eventi (e gli esseri umani) che mi spingono ai suddetti pensieri;
- la mia (pessima) scelta di non restare a letto stamattina;
- i possibili spunti per rinvigorire il mio slancio lavorativo (un consistente aumento, 2 mesi di ferie, una macchina aziendale, un viaggio premio a Parigi)
- l'uso smodato dell'aggettivo "pessimo" nel paragrafo.

Buon venerdì 17 sera a tutti.
Ci vediamo in fiera...   ;-)


giovedì 16 maggio 2013

succede che scrivere del terremoto

Succede che scrivere sia un modo di esorcizzare il terrore, la disperazione.
Una mamma terremotata butta sulla tastiera di un portatile la paura e le speranze, il batticuore e la frustrazione di una vita cambiata di punto in bianco.
Succede che buttandola sulla tastiera e anche un po' sul ridere, sia meno peggio.

Succede, davvero.

Eppure, poi, capita anche il contrario.
Perchè per scrivere un blog sulla storia di una mamma terremotata, ci vuole una storia, appunto.
Servono episodi.  Ci vorrebbero notizie, progressi, cambiamenti.
Se non ci sono, succede che scrivere finisca per metterci davanti alla cruda consapevolezza dell'immobilità.
E allora scrivere non aiuta più, anzi.

E' per questo che la Terremomamma non ha pubblicato neanche un post nel 2013.
Perchè l'evidenza della sua terremo-casa inagibile, senza che nulla sia cambiato rispetto a un anno fa, è sale sulla sua ferita.
Ci vogliono pazienza, e speranza, e soprattutto non ci vuole fretta.
La cura della Terremomamma è ubriacarsi di routine, fingendo di aver sempre vissuto nella casa vintage dove sta adesso.
Dimenticando di essere in attesa di qualcosa, per non impazzire di attesa.

E poi, succede che scrivere anche questo, persino di questa codarda ricetta contro la depressione da post-terremoto, possa far bene.