domenica 24 giugno 2012

Lessico del terremoto

1) "Inagibile":  dal latino agere, fare. DA-NON-FARE, letteralmente.
Non fare quello che vorresti e che ti risulterebbe naturale. Non andare in casa.
Inagibile è lo stabile in cui lavoravo.
Inagibile è la mia casa.
Lo hanno decretato ieri due gentili ingegneri (l'aggettivo è totalmente privo di ironia. Sotto il sole di mezzogiorno, di sabato, ci hanno illustrato l'origine del deficit della casa e i rimedi consigliati), che hanno anche aggiunto un monito di non serenissimo auspicio:
"Non pensiate che ci voglia poco tempo, e neanche di spendere pochi soldi".
Tempo, e soldi.
Le due variabili su cui ognuno soppesa il proprio avvenire domestico di terremotato, in questi giorni: quanto tempo ci vorrà, quanto ci costerà.
Inagibili sono gli edifici del centro in cui siamo cresciuti.
Parola mai pronunciata prima del 20 maggio 2012, e che adesso ricorre come un intercalare nei discorsi di tutti i tipi: da quelli da bar, alle discussioni familiari di economia domestica. Dalle riunioni del management aziendale, a quelle di condominio.
Insomma, è una parola diventata di gran moda.

2) "Prove di normalità": licenza poetica largamente utilizzata da tutti i telegiornali. Forse è un ossimoro, ma sono ampiamente fuori allenamento, il liceo è un lontano ricordo. Quindi non prendetelo troppo sul serio.
La normalità, a regola, non avrebbe bisogno di essere provata. Non è mica una messa in scena.
E' il suo contrario.
Noi, invece, la dobbiamo provare. Vedere come funziona, come si può fare.
Provare un giro in centro in una piazza transennata.
Provare lo shopping in un centro commerciale fatto di container.
Provare il rientro a casa, per chi ce l'ha "agibile", anche se fa paura, anche se la Commissione Grandi Rischi (per chi ha memoria) ci ha minacciati sul televideo nazionale. Tiè.
Provare un po' di normalità anche in bungalow perchè, dopo tutto, la Terremomamma, il Terremoparà e il Tortello sono una famiglia sia in uno spazioso appartamento, che in un Bungalow con tendine.
Sono sempre loro, e questa è la cosa più sorprendente.
Il TG ovviamente non lo dice, e io personalmente non ci avevo mai pensato, ascoltando gli speciali sul terremoto dell'Aquila, ma ognuno è più o meno sempre se stesso, anche in tempi di sisma: il Terremopapà resta un puntualizzatore, il Tortello si conferma un sisma in sè e per sè, e la Terremomamma dà l'ennesima prova di essere affetta da sindrome della disordinata cronica.

3) "Anti-sismico":  ovvero, anti-"tutto ciò che è relativo al sisma".
Anti-terremoto.
Parola di gran moda, anche questa.
Miraggio e speranza di tutti i terremotati.
Sembra che anche la nostra casa possa diventarlo, anche se, come abbiamo già visto al lemma 1), tempi e costi sono la nostra incognita.



P.S.:  la settimana è stata molto intensa. E il Tortello ha iniziato ad andare a letto un'ora dopo, il che ha tolto spazio ed energia vitale alla Terremomamma per scrivere il blog. Ma non sono sparita, qui si tiene botta.

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