lunedì 23 luglio 2012

Solidarietà, spirito di comunità e altre fiabe della buonanotte

Diciamo che questa può far parte della stessa raccolta della storia sul leggendario Farmacista di Novi.

E anche che a molti potrebbe non piacere. Ma tant'è, ognuno è libero di scrivere quello che gli pare, e io quindi pubblico beatamente questo post impopolare.
Ecco qui la nostra fiaba.

C'era una volta un paese terremotato. Questo paese non era nato terremotato, lo era diventato. Un brutto giorno spaventoso,  la terra si scosse, rovinando questo bel paese. Il castello adesso aveva i merli tutti smiccati, e le case erano piene di crepe minacciose.
Gli abitanti del povero paese terremotato si spaventarono tantissimo, e si disperarono per il loro bel castello, per le loro case, per la terribile paura che avevano provato. Fuggendo all'aperto, però, si incontrarono l'un l'altro, e iniziarono a consolarsi a vicenda.
Gli abitanti del paese terremotato si fecero forza l'uno con l'altro, e decisero di aiutarsi per ricostruire le loro abitazioni e il bellissimo castello.
E vissero per sempre felici e contenti.

Fine.

Questa è una fiaba molto bella, e un po' ci crediamo anche noi. A volte, io ci credo.
Perchè col terremoto la gente ha iniziato a parlare di più coi vicini.
Perchè quando sei in un luogo pubblico e la terra ti trema sotto i piedi, ti stringi a chi trovi. Anche se non lo conosci.
Perchè le famiglie si sono riunite, per aiutarsi materialmente e spiritualmente.

Ho anche letto tanti begli articoli su quest'argomento, sul fatto che noi emiliani ci si tira su e si va avanti. Senza vittimismi. Senza elemosinare.
Friggendo due gnocchini, piuttosto.

Però, io vedo anche un'altra faccia della medaglia.
La leggo su facebook (a questo proposito, la bacheca del sindaco è sociologicamente illuminante), la sento nei discorsi della gente.
Vedo tanta, tantissima rabbia.
Non (solo) verso il destino, ma soprattutto nei confronti degli "altri". Tanta gente si sente defraudata, penalizzata, minacciata dagli altri. Da chi non è mirandolese, e nonostante ciò ha gli stessi nostri diritti.
Oppure forse ne ha di più, perchè è più povero, perchè ha più figli piccoli.

Vedo tanta insofferenza. Leggo di file per una pizza alla tendopoli che diventano insopportabili.

Vedo paura di essere penalizzati, di non ricevere ciò a cui abbiamo diritto.
Paura che qualcuno si prenda un pezzo della nostra torta, e di restare senza.

Non ho esattamente un'opinione sull'argomento. Non so se le scelte dell'amministrazione siano le migliori possibili.
So che non vorrei essere al loro posto, ad esempio a scegliere i criteri in base a cui assegnare le casette. Avrei tantissimi dubbi, e non vorrei scontentare nessuno.

Quello che penso è che non è poi così vero che questo terremoto ci ha uniti.
Quello che penso è che quando le persone si sentono minacciate, la tensione sociale sale.
L'avevo già letto da qualche parte, ma non pensavo che fosse così vero.




4 commenti:

  1. aggiungerei...la bacheca del sindaco è sociologicamente e "grammaticalmente" illuminante...

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    1. Ehm, beh, sì. Anche. :-) Senza offesa per nessuno.
      Ieri stavo per copia&incollare un post che ho letto, però poi ho desistito, mi sembrava scortese nei confronti dell'autore.
      Ad ogni modo, non si può che essere d'accordo.
      La bacheca di Maino insegna!!!

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  2. Ciao! Ti ho segnalata per un premio. Se ti va fai un giro sul mio blog...

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