sabato 15 settembre 2012

Guardami negli occhi

A 18 mesi, ormai quasi tutto ha un nome.
Questo non significa che un Tortello sappia chiamare ogni cosa col giusto appellativo (anzi, con UN appellativo in generale). 
Il lessico attivo di un Tortello (del mio Tortello, per lo meno) è assolutamente limitato,  ma in compenso sono tantissime le parole che è in grado di comprendere.

Così, il Tortello esplora il proprio corpo e sa:
- dove sono i capelli (e sa pure che non bisogna tirare quelli degli altri, anche se a volte la tentazione è fortissima, e ahimè, la carne è debole);
- dove è il pancino, nel quale si dice sparisca misteriosamente la pappa;
- dove sono le gambe e i piedi;
- dove sono le manine;
- dove sono i dentini (e se il Tortello li vuole far vedere, sa fare un ringhio che neanche la Tigre della Malesia).

In compenso, facciamo un po' confusione tra le orecchie, gli occhi e il naso. Il Tortello quelli mica se li vede, quindi è difficile.
Sembra che abbiamo ottenuto qualche risultato con le orecchie, ma l'obiettivo non è stato raggiunto al 100%.

L'altra sera, il Tortello decide che è suo diritto (e anche un po' suo dovere, vista l'abnegazione con cui si dedica a questa missione)  tenere i piedi sulla tovaglia durante la cena.
Dopo una dozzina di intimazioni a toglierli, il Terremopapà sente il richiamo della Fermezza.
Quella con la F maiuscola, per l'appunto.

- Tortello, togli - i - piedi - dal - tavolo.
- Gh!
- Tortello! Via - i - piedi.
- ...    (e intanto il Tortello sorride beffardo, mannagg...)
- Tortello.  Adesso guardami negli occhi...

E il Tortello, immediatamente assorbito nell'esecuzione del nuovo ordine, trova un orecchio tra i ricci, e lo indica con grande soddisfazione a un disarmato Terremopapà.

La Fermezza a questo punto si versa un bicchiere di birra ghiacciata per tirarsi un po' su di morale, perchè ormai persino il Terremopapà si è scordato di lei...

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