giovedì 14 giugno 2012

La marmellata ai tempi del terremoto

Lavorare, si lavora. Da casa.
Però non è come in ufficio, non ci sono i documenti, non squilla il telefono in continuazione, non ci sono i colleghi che un po' ti importunano, un po' solleticano il tuo senso del dovere anti-cazzeggio.
Qui ci sono troppe distrazioni. Incluso il Tortello.

E poi, casa...... Mica da casa PROPRIA.
Si lavora da un luogo affollato, pieno di consanguinei assortiti, rumorosi, terremotati.
Qui, a maggior ragione, le distrazioni pullulano.

Sembra vacanza, anche se non lo è.
Sembra di essere tornati indietro ai tempi dell'università, anzi no, delle superiori.
Senza compiti delle vacanze, però.
E con un figlio.

Non cucino più, se non qualche pappa a uso e consumo del Tortello. Non ho una lavatrice, non ho il mio ferro da stiro.
Inutile ostinarsi a pulire il Bungalow: innanzitutto è 6 metri x 2,3, e poi ha l'ingresso vista-orto, è una battaglia persa.
Ho già scritto che un po' lavoro, ma, appunto, "un po'".

Di conseguenza, oggi ho fatto la marmellata. Con mia nonna, e con il Fruttapec Cameo.
Perchè vabbè che siamo tornati alle origini e che siamo terremotati, ma è pur sempre il 2012.
Forse tre ore per far bollire la marmellata ce le avremmo avute, ma la tentazione dell'epoca contemporanea per una cottura di soli tre minuti..... è irresistibile.

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