domenica 28 ottobre 2012

Nido, bilanci e amore di mamma lavoratrice

Rapido bilancio dei primi 50 giorni di Nido:

- "amici" (= compagni di classe): 13
- tate: 3
- giorni di malattia: 5
- raffreddori: 3
- virus gastro-intestinali: 1
- uscite premature dal lavoro della Terremomamma per ripigliarsi un Tortello indisposto: 1
- virus attaccati alla Terremomamma: 1
- percentuale di lunedì mattina in cui il Tortello ha pianto nel salutare la mamma: 100%
- percentuale di venerdì mattina in cui il Tortello ha pianto nel salutare la mamma: 0%

Il Nido mi piace tanto, per una lunga serie di validissimi motivi, tra cui ovviamente non sono compresi i virus gastro-intestinali, e nemmeno i raffreddori (che sono pur sempre meglio dei famigerati gastro-virus, diciamolo).

Questi motivi iniziano con la decisa risposta affermativa che mi da il Tortello, annuendo vigorosamente,  alla domanda: "Tortello, vuoi andare al Nido dai tuoi amici?",  e finiscono con ciò che vedo sbirciando dalla finestra quando lo passo a prendere dopo il lavoro.
In mezzo a questi due ottimi motivi (mattutino e serale), troviamo: la leggerezza di non doversi sentire debitori nei confronti delle Tate, le esilaranti interazioni tra i suddetti "amici", le regole da cui prendere spunto, il confronto con le altre mamme, la fiducia sconfinata nei confronti delle Tate, a cui vorrei dichiarare tutto il mio amore di mamma lavoratrice.

Tutto questo fa sì che io ami il Nido anche quando, certi pomeriggi, passo a prendere il Tortello e lui invece di corrermi incontro raggiante come nella pubblicità del Mulino Bianco, si gira dall'altra parte e continua i suoi giochi.
Okay, in quei frangenti amo il Nido un po' meno, ma poi mi passa subito....

sabato 27 ottobre 2012

Rinfrescare la memoria

26 ottobre 2012, ore 23, appartamento vintage, lettone.
Buio.

"Poveracci nel Pollino. Che spavento che si sono presi"
"Ah sì, se non l'hai provato non lo puoi capire"
"Ma ti ricordi la sera del 29 com'eravamo sconvolti?"
"Guarda, non mi ci far pensare"
"Sarà una notte di tensione per la gente giù nel Pollino"
"Di sicuro"
"Va beh, buonanotte"
"Buonanotte"

...

Ore 23.10.
"Dormi?"
"No"
"Io lo so a cosa stai pensando"
"Dici?"
"Pensi a quello che penso io?"
"Dipendi da quello a cui stai pensando tu"
"Secondo me stai pensando al terremoto"
"Sì. Anche tu?"
"Sì. Il Pollino mi ha rinfrescato la memoria"

venerdì 19 ottobre 2012

Il Tempo

Mia nonna dice sempre che la vita prima che compisse 18 era lentissima, e il tempo non passava mai.
Poi, dai 18 in poi (correva l'anno 1948), il tempo della nonna ha iniziato a volare, velocissimo.

Questa rivelazione mi è stata fatta durante la primissima infanzia e poi ribadita numerose volte in seguito, suscitando in me una precoce riflessione sugli strani e soggettivissimi meccanismi del tempo.

Oggi posso dire che certe giornate in ufficio non passano mai e altre mi sfuggono tra le dita.
Che gli anni dell'università sono stati troppo belli, e infatti sono durati più o meno cinque minuti (psicologici).
Che un anno della mia vita è curiosamente durato dieci anni, ed è successo esattamente un secolo fa, in una fase di cieco amore distruttivo per un fidanzato sbagliato.
Che certe serate sono un estenuante turbinio di azioni verso il collasso finale sul divano, una volta che il Tortello finalmente dorme.
Che nel corso di una vita i lunedì sono almeno il doppio dei venerdì, e il triplo delle domeniche.

Che i mesi trascorsi dal 20 maggio sono 5, ma il mese di aprile mi sembra lontano almeno un'era geologica.

Aspettavo l'ordinanza regionale, adesso aspetto un progetto, un preventivo, un pronostico per i mesi futuri.
E penso sempre meno al futuro, e anche sempre meno al passato.
Il passato e il futuro hanno un indirizzo e un numero civico, che non corrispondono al mio domicilio attuale.
Il presente mi intrappola ma mi distrae, e mi ci calo come in un bagno caldo dopo una giornata di nebbia ghiacciata, come nell'oblio di un divano quando il Tortello dorme.


venerdì 5 ottobre 2012

Un unico pensiero

Giornata soleggiata di metà settembre, ufficio della Terremomamma.
4 donne della Bassa Modenese in riunione.
Se non abitano a Mirandola, stanno a Medolla, Cavezzo, San Felice.   Area Nord.

Entra una bella donna sulla quarantina, vecchia conoscenza. Dritta dritta da Milano.
"Carissime!"  (tipico appellativo di Milano centro)
"Ciao!"    (assenza di appellativi tipica di Mirandola centro e anche periferia)

La bella milanese indossa:
1) orecchini e collana di bigiotteria, ma mica la bigiotteria del mercato. Bigiotteria fashion, e anche glamour, e pure trendy. Oh yeah.
2) scarpe fichissime (non ci sono altre definizioni, fidatevi. Fichissime)
3) pantalone molto, molto bello
4) camicia che la Terremomamma vuole qui, ora, e possibilmente in saldo

La Terremomamma indossa:  .....
Uhm. Sinceramente non ricordo, ma sicuramente si tratta di qualcosa della collezione 2009, perchè:
nel 2010 era incinta, e quindi quei vestiti sono archiviati (sarebbe preoccupante il contrario);
nel 2011 allattava e quindi aveva una taglia diversa, e poi quando uno è a casa in maternità mica si compra abbigliamento da ufficio;
nel 2012 c'è stato il terremoto, dulcis in fundo.

"Come sei bella, Milanese" (chiamarla come una cotoletta dà un po' di soddisfazione)
"Grazie cara!"
"Che bella camicia"
"Grazie, l'ho presa in centro"

Due secondi di silenzio.

"Ma voi dove vi comprate da vestire adesso che c'è stato il terremoto?"
"Eh adesso non hanno ancora riaperto tutti, però..."
"Va beh che anche prima........", ci interrompe la Milanese.

Due secondi di silenzio.

Quattro bocche chiuse, otto occhi sorridenti, un unico pensiero.

E' un invito ad andare........ ehm, ad andare.......  No, non ve lo posso dire.
Mettiamola così: beeeeeep.