mercoledì 13 giugno 2012

Estivill, il Bungalow e i traumi infantili

Premesso che dire di vivere in un container suona troppo deprimente e non è decisamente il caso di buttarsi ulteriormente giù di morale, abbiamo concordato di definire "Bungalow" la nostra ultima sistemazione (che naturalmente speriamo essere il più transitoria possibile).

Detto questo, già dai tempi della gravidanza mi ero accuratamente documentata sui più gettonati metodi pedagogici, il che include la famigerata tecnica Estivill.
Per i profani: si tratta di un metodo per far addormentare i bambini. In breve, li si mette a letto di brutto grugno, senza cullarli / coccolarli / prenderli a letto con sè.  Li si mette giù e amen.
Loro, ovviamente, strilleranno.  I genitori aspettano qualche minuto, li vanno a consolare un po', rigorosamente senza prenderli in braccio o similari, e poi se ne vanno di nuovo.  E così via finchè, stremati, i bambini non si addormenteranno.
Secondo Estivill, dopo una settimana di agonia, il piccolo demonio non piangerà più, e si addormenterà docilmente, finalmente domato e ridotto a diavoletto domestico.

Non ho mai pensato di applicare la tecnica di Estivill.
Okay, ci ho "pensato", come ipotesi puramente teorica, in attimi di materna frustrazione, ma mai con concretezza.  Solo come esercizio di fantasia.

Invece, mio marito ci ha pensato davvero.
E' lui il duro.  He's the Boss.

Orbene, persino il crudele Estivill consiglia di non iniziare il metodo in condizioni di stress, di cambiamento. Persino lui.

E invece, l'altra sera, mio marito ha stabilito che era giunto il momento di applicare Estivill, nel Bungalow.
Dopo aver cambiato almeno quattro letti nelle ultime tre settimane.
Dopo essersi allontanati dalla splendida cameretta ikea del Tortello e dagli adesivi della fattoria alle pareti.

Mi sembrava pura fantascienza. Gli ho detto: "Fai pure. Voglio proprio vedere."

E così, sfindando la sorte, i limiti del metodo e soprattutto lo scatenatissimo Tortello, il metodo è stato applicato.
E sta pure funzionando.

Così, mentre il Tortello si dimena per circa quattro minuti prima di piombare in un sonno beato, io posso, nell'ordine:
- struggermi di materno dolore
- sentirmi in colpa per questa atroce sofferenza che gli stiamo infliggendo
- adirarmi con mio marito per la sua ostinata risolutezza
- dare ultimatum a mio marito ("ancora 2 minuti e io lo prendo in braccio")
- infastidirmi per la rumorosa tenacia del Tortello
- sorprendermi per l'improvviso silenzio, quasi rammaricandomi che, in via del tutto eccezionale, per una volta aveva ragione mio marito.

1 commento:

  1. Ci vuole rigore: se non avesse funzionato Estivill, il passo successivo sarebbe stato l'accademia militare. Parola di terremopapà.

    RispondiElimina