giovedì 16 maggio 2013

succede che scrivere del terremoto

Succede che scrivere sia un modo di esorcizzare il terrore, la disperazione.
Una mamma terremotata butta sulla tastiera di un portatile la paura e le speranze, il batticuore e la frustrazione di una vita cambiata di punto in bianco.
Succede che buttandola sulla tastiera e anche un po' sul ridere, sia meno peggio.

Succede, davvero.

Eppure, poi, capita anche il contrario.
Perchè per scrivere un blog sulla storia di una mamma terremotata, ci vuole una storia, appunto.
Servono episodi.  Ci vorrebbero notizie, progressi, cambiamenti.
Se non ci sono, succede che scrivere finisca per metterci davanti alla cruda consapevolezza dell'immobilità.
E allora scrivere non aiuta più, anzi.

E' per questo che la Terremomamma non ha pubblicato neanche un post nel 2013.
Perchè l'evidenza della sua terremo-casa inagibile, senza che nulla sia cambiato rispetto a un anno fa, è sale sulla sua ferita.
Ci vogliono pazienza, e speranza, e soprattutto non ci vuole fretta.
La cura della Terremomamma è ubriacarsi di routine, fingendo di aver sempre vissuto nella casa vintage dove sta adesso.
Dimenticando di essere in attesa di qualcosa, per non impazzire di attesa.

E poi, succede che scrivere anche questo, persino di questa codarda ricetta contro la depressione da post-terremoto, possa far bene.


1 commento:

  1. È bello Terremomamma che tu sia tornata a scrivere. Non sempre è facile avere idee nuove e non sempre si ha l'entusiasmo per scrivere con regolarità e passione. Il momento più brutto rischia di essere non il terremoto in sé, ma quello in cui ci si accorge che i tempi di ricostruzione sono lunghi, terribilmente lunghi. Proprio per questo, mantenere alta l'attenzione non può che - nel suo piccolo - dare una mano ad accelerare il ritorno alla "normalità". Poi, leggere il tuo blog è divertente, al di là di qualunque altro scopo! :)

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