venerdì 19 ottobre 2012

Il Tempo

Mia nonna dice sempre che la vita prima che compisse 18 era lentissima, e il tempo non passava mai.
Poi, dai 18 in poi (correva l'anno 1948), il tempo della nonna ha iniziato a volare, velocissimo.

Questa rivelazione mi è stata fatta durante la primissima infanzia e poi ribadita numerose volte in seguito, suscitando in me una precoce riflessione sugli strani e soggettivissimi meccanismi del tempo.

Oggi posso dire che certe giornate in ufficio non passano mai e altre mi sfuggono tra le dita.
Che gli anni dell'università sono stati troppo belli, e infatti sono durati più o meno cinque minuti (psicologici).
Che un anno della mia vita è curiosamente durato dieci anni, ed è successo esattamente un secolo fa, in una fase di cieco amore distruttivo per un fidanzato sbagliato.
Che certe serate sono un estenuante turbinio di azioni verso il collasso finale sul divano, una volta che il Tortello finalmente dorme.
Che nel corso di una vita i lunedì sono almeno il doppio dei venerdì, e il triplo delle domeniche.

Che i mesi trascorsi dal 20 maggio sono 5, ma il mese di aprile mi sembra lontano almeno un'era geologica.

Aspettavo l'ordinanza regionale, adesso aspetto un progetto, un preventivo, un pronostico per i mesi futuri.
E penso sempre meno al futuro, e anche sempre meno al passato.
Il passato e il futuro hanno un indirizzo e un numero civico, che non corrispondono al mio domicilio attuale.
Il presente mi intrappola ma mi distrae, e mi ci calo come in un bagno caldo dopo una giornata di nebbia ghiacciata, come nell'oblio di un divano quando il Tortello dorme.


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